Come Riconoscere la Castagnola
Risulta essere probabilmente il più umile dei pesci mediterranei, sicuramente fra i più abbondanti in assoluto delle nostre acque. È l’onnipresente “guarracino”, la castagnola, il piccolo pesciolino nero striato d’oro che tutti conoscono, persino quelli che sott’acqua si sono avventurati solo con maschera e pinne per un giro in apnea: fitti branchi sciamano ovunque sui fondali rocciosi del Mediterraneo (e dell’Atlantico orientale, visto che la stessa specie, Chromis chromis, si trova dalla Guinea al Portogallo) dalla superficie fino ai 30-40 metri di profondità. Ed è per questo che ce ne occupiamo: capita spesso, infatti, che questi pesciolini, che si nutrono del plancton che galleggia nell’acqua, abbocchino inconsapevolmente al bolentino che, nelle calde ore estive, i diportisti annoiati calano quando sono alla fonda. La castagnola è carnivora e si ciba dei minuscoli crostacei trasportati dalla corrente in sospensione nell’acqua, che afferra con una serie di denti piccoli e conici. La bocca, piccola e obliqua, si estende rapidamente trasformandosi in una sorta di imbuto che in un attimo aspira la preda. Una preda minuscola e spesso trasparente come l’acqua: per individuarla la castagnola deve possedere una vista davvero acuta! I suoi occhi, infatti sono di grandi dimensioni, con un diametro pari a circa un terzo del capo. Poiché il plancton non è esattamente ricco di energia come un uovo, la castagnola passa tutto il suo tempo a mezz’acqua a investigare ogni oggetto che galleggi in acqua. La sua curiosità è inesauribile e, se ogni movimento brusco la fa ritrarre di scatto, la sua paura dura lo spazio di un secondo: passato l’attimo di smarrimento, sembra dimenticare tutto per riavvicinarsi ancora con maggior interesse. In perenne indecisione fra timidezza e curiosità, la castagnola forma degli assembramenti di centinaia di esemplari. Non si può parlare in questo caso però di banco: ogni pesciolino in realtà fa vita a se’ e non potrebbe essere altrimenti visto che compete con i suoi “amici-nemici” per lo stesso cibo. La loro associazione è dettata più dalla ricerca della sicurezza nel numero che da altro: le castagnole sono infatti bersaglio dei tanti pesci per i quali non rappresenta altro che “mangianza”.
Una quotidianità difficile la sua, perennemente in bilico fra la spinta ad allontanarsi dalla parete, lì dove il cibo è più abbondante, e il ripararsi fra le rocce del fondale, dove i predatori non riescono ad avvicinarsi. È per questo che di notte non è difficile sorprendere le castagnole addormentate fra i rami meno accessibili delle gorgonie: un rifugio soffice e sicuro al riparo delle tante bocche affamate della scogliera. Di castagnole ce ne sono sempre, comunque, un’infinità, le loro schiere rinnovate annualmente nel corso di una stagione degli amori che dura tutta l’estate. Chi scende con le bombole potrà infatti notare come in questi mesi estivi molte castagnole si tengano quasi incollate alle rocce, quasi appoggiate sul fondo sul quale “scodinzolano” aprendo le grandi pinne pettorali. Se vi avvicinaste a loro e osservaste con grande attenzione notereste forse le sue uova, minuscole palline trasparenti che papà castagnola accudisce con cura ossigendandole e rimuovendo il detrito che vi si deposita sopra. Non solo: deve poi difendere a colpi di muso il suo territorio dall’invasione di altre castagnole e, ancor di più, da chi è in cerca di un pasto: e uova sono un alimento altamente sostanzioso e quindi appetito da molti. I piccoli di castagnola sono completamente differenti dai loro genitori, tanto che per anni sono sembrati una specie completamente diversa: tanto i grandi sono scuri, quasi neri, quanto i piccoli indossano una livrea color blu elettrico. Si radunano in sciami e si mantengono a bassa profondità, tra i 5 e i 15 metri, nelle vicinanze di anfratti e spaccature nella roccia. Man mano che crescono, la colorazione adulta comincia a prendere il sopravvento: il corpo si tinge di nero e solo il capo rimane venato di strie d’azzurro elettrico.