Come Scegliere il Piano Cottura
Malgrado in buona parte dell’Europa continentale, forse anche grazie a un minore costo dell’elettricità domestica, siano in massima parte diffusi i piani cottura a induzione e in vetroceramica, nel nostro paese pare esserci ancora parecchia diffidenza nei confronti di questi sistemi di cottura.
Difficile dire se si tratti soltanto del timore di bollette troppo salate, di improvvisi black-out dovuti a sovraccarico, o se magari sia soltanto un retaggio del passato, che considererebbe ancora il piano cottura a gas come il mezzo più naturale e veloce per una cottura naturale.
In effetti le scuole di pensiero, a tal proposito, sono numerose e tutte ugualmente motivate anche se poi, ad una analisi più accurata su vantaggi e penalizzazioni, non ci sembra esista ancora un piano cottura vincitore.
Una cosa è sicura: oltre a una questione di puro design, i piani cottura a induzione e in vetroceramica hanno un costo notevole (i prezzi oscillano dai 300 euro agli oltre 1.000 per quelli a induzione; leggermente più economici quelli in vetroceramica) rispetto alle tradizionali cucine a gas, ma garantiscono un notevole risparmio in termini di velocità di cottura, facilità di pulizia, e azzeramento dei rischi relativi alle fughe di gas, sempre teoricamente possibili, malgrado i sistemi di sicurezza che dovrebbero aver reso nullo questo pericolo ormai da anni. Inoltre i piani cottura a induzione permettono di regolare la temperatura con precisione grazie a un display digitale.
Un classico fuoco a gas ha una percentuale di dispersione del calore assai elevata a fronte di un rendimento del 40%, e quindi una efficienza complessiva inferiore rispetto a un piano cottura in vetroceramica (rendimento 50%) o a induzione (rendimento 80%). Dati questi che potrebbero giustificare l’investimento iniziale più cospicuo a favore di un probabile risparmio a media e lunga scadenza. Un risparmio che però non si concretizzerebbe pienamente visto che sui piani cottura a induzione, piuttosto che su quelli in vetroceramica, bisognerebbe utilizzare soltanto pentole, tegami e padelle in ferro, il che ci costringerebbe ad una ulteriore spesa preventiva, difficilmente quantificabile in termini economici.
Per chi non volesse quindi gettarsi d’istinto in una spesa tutt’altro che trascurabile con costi di esercizio al momento difficili da valutare nel tempo, l’idea migliore potrebbe essere quella di ipotizzare l’inserimento del piano cottura a induzione o in vetroceramica soltanto nel contesto dell’acquisto dell’intera cucina, allo scopo, forse, di ammortizzarne almeno l’esborso iniziale.