Come Riconoscere Cernia di Fondale
Polyprion americanum: la “cernia della cassetta” o cernia di fondale.
Questo famoso serranide (classe Osteitti, ordine Perciformi, famiglia Serranidi) ha un corpo robusto, scarsamente compresso ai lati e tozzo; massiccia anche la testa,
con occhi rotondi e grandi.
La bocca enorme possiede la mandibola prominente; i denti, appuntiti e piccoli ma robusti, sono in numerose file. Come in Epinephelus guaza, sono presenti le spine opercolari: le tozze spine sono il prolungamento di una caratteristica cresta ossea dell’opercolo. Esclusi opercolo e muso, il corpo è rivestito da squame ctenoidi di piccole dimensioni. Le pinne ventrali e pettorali non sono molto grandi; la pinna dorsale, unica, si distingue nella parte anteriore spinosa ed in quella posteriore molle.
La caudale è tozza e potente, con il profilo posteriore quasi diritto negli adulti mentre è arrotondato nei giovani. Sia in corrispondenza della parte molle della pinna dorsale, sia della pinna ventrale o anale si ha una grossa protuberanza che permette una facile identificazione specifica. Il colore, negli esemplari giovani, è bruno con riflessi violacei ed evidenti, irregolari, chiazze chiare ed anche scure. I bordi delle pinne sono chiari. Gli adulti perdono progressivamente le chiazze chiare assumendo una colorazione uniforme bruno scuro e leggermente più chiara, sfumata di giallastro, sul ventre. P. americanum può raggiungere (o meglio, poteva più facilmente raggiungere quando la pressione di pesca era inferiore), oltre 50 kg per quasi 2 metri. Vive abitualmente sotto i 100 metri di profondità e fino ai 1000 circa (in prevalenza tra i 100 e i 200), sui fondi rocciosi e anche “fuori zona” ove presenti relitti che costituiscono rifugio: viene infatti definita “cernia di fondale” e “dei relitti”. Da giugno a ottobre, anche in coincidenza col periodo riproduttivo, si avvicina alle coste.
Un altro identificativo di uso comune è “cernia della cassetta”, perché i giovani hanno l’abitudine di risalire in superficie e rimanervi al riparo di rifiuti galleggianti, come cassette di legno da frutta, fogli di plastica e quant’altro di galleggiante. Questa ritratta nelle foto è stata casualmente individuata mentre ero ospite di un amico e sulla barca facevamo rotta da Castiglioncello (Livorno) verso il faro di Vada: avvistato un grande rifiuto di plastica accorpato a legno e altro, pericoloso per la navigazione, ci siamo avvicinati per cercarne il recupero per portarlo poi a terra: appena agganciata la plastica col mezzo marinaio, abbiamo potuto vedere muoversi il giovane esemplare, poi fotografato in modo improvvisato, in mezzo ad un mare leggermente agitato. La specie è carnivora e vorace: predilige molluschi, crostacei ed anche pesci. La distribuzione è estesa e varia dall’Atlantico all’Indiano e Pacifico; in Mediterraneo è presente nel settore occidentale e centrale fino all’Adriatico.